Informal rooting. An open atlas

Riferimento: 9788832080513

Editore: Listlab
Autore: Tessari Alessandro
Collana: Babel
Pagine: 268 p., Libro in brossura
EAN: 9788832080513
28,00 €
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Descrizione

Il lavoro parte dalla constatazione che è in atto a livello globale un processo di radicamento nella metropoli contemporanea delle città informali che si strutturano su sé stessi e permangono, si sedimentano nell'immaginario collettivo producendo un inedito mutamento socio-culturale. Questo cambio di paradigma genera sempre più diffusamente processi di non sostituzione che si esprimono anche attraverso il corpo fisico di questi insediamenti che cominciano a mutare e ad assumere logiche di stabilizzazione e ri-organizzazione. Il lavoro si propone di affrontare in modo sistematico e rigoroso la lettura di questo fenomeno analizzando da un punto di vista morfologico il tessuto urbano di quattro favelas di Rio de Janeiro, ambito di osservazione privilegiato sull'informalità. Questi territori, dopo essere stati lungamente attraversati, osservati, rilievi, mappati e ridisegnati, sono analizzati alla scala territoriale, per sondare le incidenze del radicamento nella metropoli, e a quella spaziale, per individuare e comprendere le sintassi di evoluzione e di micro-trasformazione del loro tessuto urbano. L'idea alla base del lavoro è quella di guardare questi territori, finora non esplorati con la necessaria precisione dalla letteratura scientifica, con gli occhi dell'architetto superando il muro di inconoscibilità rappresentato dall'ipercomplessità, dall'emarginazione e dalla difficoltà di accesso. Il fine è quello di costruire uno specifico ed inedito catalogo informale che raccolga il patrimonio di azioni, forme e spazi urbani generati dentro il radicamento, ed utilizzabile come strumento di conoscenza e interpretazione rigoroso dell'informalità. Le tematiche affrontate in questo studio mirano a dare un significativo contributo - se non una risposta - a questioni di particolare attualità nel dibattito scientifico: quali scenari urbani prospetta il radicamento informale? Quale grammatica urbana e spaziale dispiega? Può la teoria urbana assorbire queste nuove questioni e tradurle in precisi metodi di azione progettuale?