Bollettino della società pavese di storia patria

Riferimento: 9788820511388

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Pagine: 362 p., Libro in brossura
EAN: 9788820511388
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Il numero CXXI (2021) del "Bollettino" raccoglie tra i vari contributi la trascrizione del diario di Luisa Perduca, Piccole fiamme nella grande notte, a cura di Elisa Sarchi. Con questo lavoro si vuole rendere disponibile una fonte documentaristica della vita quotidiana pavese negli anni della Seconda guerra mondiale, tramite l'esperienza dell'autrice nella Resistenza. Nel saggio di Aldo A. Settia, si indagare l'origine del monasterium Sigemarii e la connessione di questo con la regione del Siccomario. Agnese Caporalini ricostruisce i complessi rapporti tra Pavia e Federico I Barbarossa, all'epoca dello scontro tra i Comuni e l'Imperatore. Nel saggio di Chiara Edith Tarenzi si affronta la figura di Benedetto Re, Maestro di Cappella nella Cattedrale pavese per circa quarant'anni nel XVII secolo. Andrea Defilippi studia la diffusione del teatro nei paesi oltrepadani, anche tra le classi meno abbienti, tra la fine del XIX e l'inizio del XX secolo. Carlo Tibaldeschi analizza nel suo articolo le ragioni e le modalità degli stemmi legati alle realtà comunali, ripercorrendo poi la storia del vessillo della città di Pavia. Nel saggio di Luca Ceriotti, si integrano nuove informazioni sulla storia artistica dell'abbazia benedettina di San Salvatore per il periodo tra il XVI e il XVII secolo, alla luce di alcune fonti notarili pavesi. Martina Pastura affronta la questione delle repliche di dipinti pavesi, portando come caso esemplificativo l'opera del Cerano Madonna col Bambino e i santi Siro e Antonio da Padova, prototipo della Madonna col Bambino, san Siro e san Bononio della chiesa di Santa Marta a Doccio (VC). Nell'articolo di Gianpaolo Angelini si indaga un gruppo di dipinti poco noti o inediti, conservati nella basilica di San Lanfranco a Pavia. Novella Vismara, infine, continua uno studio iniziato numero CXX (2020) del "Bollettino" sulla collezione numismatica dei Musei Civici di Pavia, affrontando questa volta l'analisi di 43 gettoni medievali in rame, noti anche come "tessere mercantili", accompagnati da relativa scheda.